venerdì 6 giugno 2008

Se domani saremo ancora vivi sarà solo per puro caso


Ancora una volta il sole era sorto e ancora una volta stava tramontando portandosi dietro tutte le paure del giorno.
Era la prima volta che si allontanava da casa, era anche la prima volta che usciva sapendo che non sarebbe tornato presto. La marina lo aveva arruolato e lui era andato.
MATTHEW era nato a Cincinnati nell’Ohio, suo padre aveva combattuto in Corea ed aveva ricevuto la medaglia del congresso, suo nonno aveva ricevuto la stessa medaglia nelle Filippine combattendo contro i giapponesi. Suo fratello MELVIN non ce l’aveva fatta, il suo corpo fu riportato dentro un sacco nero dopo un attacco notturno, in Cambogia per una missione che non doveva figurare.
Una famiglia che aveva combattuto tutte le guerre e Matthew non poteva tirarsi indietro.
PATTON, il sergente, era un figlio di puttana, si divertiva a seviziare le reclute e scommetteva sulla data della loro morte, a parte questo e a parte altre cento puttanate che faceva non era il peggiore del plotone. Di peggiore c’erano le zanzare che non lasciavano tregua, si attaccavano come sanguisughe e ti succhiavano il sangue, quello che eri riuscito a riportare alla base era loro per tutta la notte.
Pattugliavamo di notte con la stanchezza del giorno, non avrei visto un Viet neanche se ci avessi sbattuto contro, mi fidavo del mio compagno e lui si fidava di me, tutti si fidavano degli altri.
Se eravamo ancora vivi era solo per puro caso.
MATTHEW aveva alle spalle 10 mesi di Vietnam, ancora un po’ e sarebbe potuto tornare a Cincinnati. Contava i giorni per il congedo ed ogni missione diventava sempre più pesante e pericolosa. Questione anche di statistica, più missioni si facevano più aumentavano le probabilità di non farcela.
MATTHEW come suo fratello non riuscì a tornare a casa, saltò su una mina, una di quelle che mettono a tradimento ben nascosta. Anche MATTHEW come MELVIN non ricevette medaglie per la sua morte, solo un telegramma anonimo per la famiglia che annunciava : siamo spiacenti di comunicarle che suo figlio è deceduto il giorno 19.02.1970 combattendo da eroe.
Altra notte e le paure del giorno me le porto dietro, ancora una volta di pattuglia e ancora una volta confido nel mio compagno e lui confida in me. Anche il sergente PATTON ci ha mollato, anche lui come tanti altri.
Se domani saremo ancora vivi sarà solo per puro caso.

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