SCAI E LA SUA PENNA PREFERITA PERSA NELLE GRINZE DELLA SUA BORSA SCOLORITA

La solitudine di Scai era come la marmellata che ti imbratta le dita ,cerchi di toglierla, ti lecchi la mano ma sta sempre li. Hai bisogno di un lavaggio più forte magari insaponando per toglierti quella poltiglia dolciastra e collosa.
La sua solitudine potevi toccarla o sentirla.
Il piccolo Scai viveva nei ricordi del suo mondo fantastico dove fantasmi e fatine azzurre si sovrapponevano, emozioni prepotenti che si addensavano come cirri pronti a gettarti addosso il mondo intero.

- Cosa hai fatto Scai?
- Ho perso la mia penna preferita
- E’ solo una penna puoi sempre ricomprarla
- Tu non capisci. Era la mia penna, mi era stata regalata.
- Al prossimo compleanno ne avrai un’altra atrettanto bella
- Non capisci amico. Ho perso la mia penna non ce ne saranno altre.
- Sei sicuro di averla persa? Magari sta nel posto dove meno te l’aspetti.
- Sono giorni che la cerco. L’ho persa. Ho perso la mia penna.
- Scai è solo una penna, dai retta a me.
- Era la mia penna, l’amica che mi aiutava a scrivere storie fantastiche. Non scriverò più storie fatte d’amore e di diavoli.

Il piccolo Scai era unico per certi suoi atteggiamenti, indifferente per la sua CCD da 7000 euro e pronto ad abbattersi per una vecchia Parker di pochi spiccioli.
Cercai di tirarlo su cambiando il discorso:

- Scai domani si va per monti?
- Non è una cattiva idea
- Mi farai provare la tua CCD ?
- E’ tutta tua amico.
- Ma tu cosa farai se userò io la tua bella CCD?
- Continuerò a cercare la mia penna amico.

E’ passato del tempo da quel giorno e spesso rivedo l’immagine di Scai che continua a rigirare la sua borsa da lavoro cercando negli angoli più remoti, nelle pieghe della pelle raggrinzita e scolorita.
Le sue parole sempre le stesse: eppure stava qui.
Ho imparato molto dal piccolo Scai , la felicità in fondo è solo una Parker regalata di pochi spiccioli.